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Denuncia: Chi “Lav...Ora” non vede un euro - L'Unione Sarda - 5-06-2016

lavora
06-06-2016

L'Unione Sarda - Dal fondo per il reinserimento sociale erogazioni lentissime. E le società vanno in crisi

I soldi ci sono, il lavoro è stato svolto e la rendicontazione presentata. Ma i pagamenti no, quelli non arrivano. 
Denunciano clamorosi ritardi le società e associazioni che hanno partecipato ai bandi “Lav...Ora” gestiti dall'assessorato regionale alle Politiche sociali: oltre 8 milioni di euro destinati nel 2013 a progetti di reinserimento di persone disagiate, proposti e portati avanti - dopo valutazioni e ammissioni - da soggetti pubblici e privati. Piani che servivano per formare e, se andava bene, destinare al mercato del lavoro disabili, ex detenuti, donne vittime di maltrattamenti. Tutti costretti a vivere ai margini. 
«Ma da mesi aspettiamo l'erogazione dei fondi che ci spettano. Dalla Regione o non arrivano risposte o sono evasive. E molti di noi stanno finendo gambe all'aria, soprattutto chi ha dato garanzie finanziari personali»: Mondino Schiavone con la sua Primaidea Srl ha portato avanti 250 progetti, per un valore di quasi 4 milioni. «Aspetto ancora mezzo milione di euro. Ho fatto mandare una sfilza di lettere dagli avvocati e, solo così, ho ottenuto qualcosa, ma non è nemmeno un decimo di quello che mi devono. Una gestione scellerata». E quello di Schiavone non è un parere isolato. Altri partecipanti hanno scritto numerose lettere. Le lamentele sono identiche: i fondi dovuti non vengono erogati. 
«In questa situazione di stallo, di assenza totale di supporto da parte degli uffici competenti la sensazione è quella di essere stati lasciati soli, di essere percepiti non come collaboratori della pubblica amministrazione ma piuttosto come corpi estranei colpevoli di non essere abbastanza solidi economicamente»: così scriveva in una lettera alla Regione Melinda Vargiu, amministratrice di una coop, alla fine del 2015. Intanto è cambiato qualcosa? «Purtroppo no. Non mi hanno mai risposto», dice adesso amareggiata. 
Una spiegazione delle lungaggini che stanno spezzando le gambe a molte imprese viene fornita dagli uffici dell'assessorato. Lo stallo degli ultimi mesi, dicono, è dovuto alle lungaggini dell'approvazione della Finanziaria regionale: con il bilancio armonizzato si possono spendere solo i soldi che sono davvero in cassa, quindi fino al via libera alla legge di bilancio non era stato possibile dare l'ok alla distribuzione dei fondi. Inoltre, è l'ulteriore spiegazione, tutte le rendicontazioni dei progetti sono state vagliate da una società esterna, la Izi Spa di Roma, che sta dando i via libera. Tanto che, è la conclusione, molti pagamenti sono stati effettuati di recente. Inoltre molte società non avrebbero ancora inviato tutti i documenti. Insomma: procedura lunga e farraginosa. 
«Ma sono solo scuse», attacca ancora Schiavone, «la certificazione esterna vale solo per l'ultima tranche dei fondi dovuti. Qui parliamo di ritardi anche di otto mesi sui soldi della precedente». Funzionava così: nel 2013 la regione aveva annunciato il bando. Titolo del comunicato era “Avviso Lav…Ora: 8.500.000 euro per i progetti di inclusione sociale”. Chi presentava progetti, poi dichiarati ammissibili, aspettava il 60 per cento del finanziamento dopo la stipula della convenzione e la presentazione della fideiussione, il 30 per cento dopo aver dimostrato di aver speso buona parte dell'acconto e l'ultimo 10 per cento a seguito della dimostrazione della spesa totale. 
Le lamentele sono tutte sul secondo blocco anche se, è l'accusa, pure sull'ultimo si accumulano i ritardi. Che erano stati denunciati anche l'anno scorso, il 15 maggio, con un'interrogazione presentata dal Pd Piero Comandini: già allora il meccanismo di pagamento - garantito dal Fondo sociale europeo - si era inceppato: si parlava di «progetti a rischio prosecuzione» e si chiedeva che l'assessorato erogasse «con urgenza i pagamenti». Sembra cambiato poco. 
«Abbiamo già pronte le richieste di risarcimento danni», conclude Schiavone. Uscito allo scoperto, più di altri che non stanno pagando gli stipendi ai dipendenti, «mentre alcuni, strano, hanno già ricevuto tutto». 
Enrico Fresu




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