Si è concluso il progetto GR.ENE.CO (Green Energy for Green Companies) finanziato dal programma ENPI CBC Med dell’Unione Europea per la cooperazione transfrontaliera nel bacino del Mediterraneo per il periodo 2007/2013. Due milioni di euro per promuovere e sviluppare progetti finalizzati alla diffusione e al rafforzamento delle energie rinnovabili, soprattutto in campo agricolo. Tre i paesi coinvolti: Italia, Egitto e Libano.
L’Italia, con la Sardegna, ha svolto un ruolo di primo piano grazie al Gal Sarcidano - Barbagia di Seulo che è stato il soggetto capofila del progetto transfrontaliero. La conferma del respiro internazionale e della voglia di contribuire a una svolta “verde” nel Mediterraneo, è rappresentata dagli altri partner: l’Università di Alessandria d’Egitto, l’Università Araba di Beirut, il Ministero dell’agricoltura libanese, la Camera di Commercio Italo-Araba, il Parco scientifico e tecnologico delle Marche (la Tecnomarche SCARL), l'Associazione italiana delle biomasse del Lazio (ITABIA), la Camera di Commercio di Nuoro, l’Ente Foreste della Sardegna e l’Istituto IPSAR di Tortolì.
Nell'arco di 24 mesi, i partner di GR.ENE.CO hanno lavorato insieme per creare una rete che coinvolgesse il bacino mediterraneo nell'utilizzo di strumenti ecologici finalizzati al conseguimento dell'autonomia energetica da fonti non rinnovabili, coinvolgendo il maggior numero di cittadini possibile e, in particolare, agricoltori e piccole e medie imprese operanti del settore primario.
I risultati sono stati illustrati nel corso di una conferenza internazionale a Beirut che ha avuto l’alto patrocinio del Governo libanese. L’incontro si è svolto all’ Hotel Riviera alla presenza di numerosi rappresentanti di associazioni e istituzioni, nazionali ed estere. Abo Alla Zein El Din (Preside della Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Alessandria d’Egitto) ha sottolineato l’importanza dei contenuti del progetto e di uno sviluppo sostenibile grazie all’utilizzo di fonti di energie che sono amiche dell’ambiente”. Il rappresentante dell’ateneo ha aggiunto che i contenuti del progetto sono di particolare interesse per il governo egiziano: “Le capacità formative degli specialisti sono tali da poter formare studenti e insegnati, che a loro volta potranno divulgare la conoscenza del settore dell’energia alternativa e sostenere i piccoli agricoltori con una maggiore cultura e conoscenze specifiche”.
Adel El Kordi (Università Araba di Beirut) ha evidenziato come il progetto Gr.ene.co miri a rafforzare la capacità d’utilizzo dell’energia pulita nel bacino del Mediterraneo attraverso la diffusione della cultura e la conoscenza delle fonti rinnovabili. El Kordi ha parlato del ruolo svolto dall’Università Araba di Beirut e della realizzazione, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, dell’elaborazione di studi sull’energia rinnovabile nel settore agricolo in Libano, della ricerca e analisi della disponibilità dei luoghi in conformità delle esigenze locali di tale energia, stesura di piani di sviluppo e la loro realizzazione. L’Università si è concentrata anche sui corsi di formazione, workshop e seminari di studi. Particolarmente significative sono state la formazione di 20 giovani “green energy promoter” e una campagna di informazione rivolta a 900 studenti di 20 scuole.
Nel suo intervento, il project manager Raimondo Schiavone ha annunciato che il progetto “non è ancora concluso ma rappresenta un inizio di continuità nel dialogo tra i Paesi che confinano con il Mediterraneo anche se con strumenti diversi”. I risultati raggiunti, secondo Schiavone, sono una base di partenza per il fattivo utilizzo dell’energia verde nell’agricoltura e nelle campagne dove si è lavorato per migliorare l’efficienza e la conoscenza dell’utilizzo delle fonti rinnovabili.
“La Sardegna si candida ad avere un ruolo di primo piano anche nel nuovo programma ENI CBC MED. Dobbiamo pensare a divulgare con più incisività un’appropriata cultura e conoscenza delle energie pulite, sia con la partecipazione di Enti pubblici e privati ed il sostegno finanziario delle Banche. Il piccolo impianto fotovoltaico realizzato in Sardegna – a impatto ambientale nullo - dimostra che abbiamo intrapreso la strada giusta e che il tema della sostenibilità delle produzioni agricoli possa essere affrontato anche in chiave Mediterranea, dove la Sardegna ricopre, anche grazie a questo progetto, un ruolo di primo piano”.
Il progetto ha centrato i suoi obiettivi, creando un network al quale hanno partecipato circa 70 organizzazioni di 4 Paesi (Giordania, Libano, Egitto e la Gran Bretagna) con il supporto di vari enti pubblici e privati, oltre alle banche.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili ha effetti positivi anche in termini di occupazione, soprattutto quella giovanile, dato che si tratta di un settore ad alto tasso di innovazione. In Sardegna questo modello è in grado di contrastare l’abbandono delle zone rurali e salvaguardare il territorio stesso. “Nonostante ciò – ha sottolineato Schiavone - in Italia sono stati tagliati i finanziamenti per la ricerca nel campo, facendo crollare drasticamente anche il numero di occupati nel settore. L’utilizzo e lo sviluppo delle energie rinnovabili devono invece essere promosse e incoraggiate. Ecco perché questo progetto è un esempio da seguire”.
Il Consigliere Abbi Ghanem, rappresentante del ministero dell’agricoltura libanese, ha dichiarato la disponibilità del suo governo a continuare una collaborazione con la Sardegna per la promozione delle energie verdi e ha giudicato la collaborazione con i partner del progetto Gr.ene.co ottimale: “Dobbiamo allargare la sfera di cooperazione basata sull’introduzione dell’energia rinnovabile nei progetti agricoli in Libano sia per l’utilità economica che essa rappresenta sia per lo sviluppo ambientale sostenibile e il giusto investimento delle risorse. Attraverso questo progetto siamo riusciti a realizzare 10 impianti fotovoltaici in un Paese dove ci sono 300 giorni di sole all’anno. Il Mediterraneo è il teatro naturale per sperimentare le nuove energie e abbandonare progressivamente i combustibili fossili e inquinanti. Insieme all’Egitto e all’Italia abbiamo indicato quale percorso dobbiamo seguire”.
L’esponente del ministero dell’agricoltura ha sottolineato anche la vicinanza tra Sardegna e Libano, anche per le tradizioni nei sistemi di coltura e allevamento: “Si può ritornare, in chiave moderna, a utilizzare i sistemi usati dai nostri nonni, come ad esempio nell’irrigazione. La tecnologia ci può dare una mano e l’utilizzo delle fonti pulite rappresentate da vento, sole e acqua sono già il presente”. Concludendo, Abbi Ghanem ha rivolto un appello agli agricoltori di Italia, Libano ed Egitto per una maggiore collaborazione affinché “possano approfittare dal sostegno pubblico e privato, dei crediti agevolati emessi dalle banche, del sostegno accademico e universitario e dai centri di ricerca e dalle tecnologie moderne”.
Marcello Mori, rappresentante dell’Unione Europea in Libano, ha sottolineato l’importanza di utilizzare in ambito mediterraneo le risorse naturali, incentivando le capacità locali per lo sviluppo agricolo, economico e sociale e la divulgazione della conoscenza e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili in campo agricolo. Mori ha sottolineato l’esistenza di numerosi progetti e finanziamenti in campo europeo che hanno lo scopo di promuovere una cultura più verde. La nuova programmazione sarà un banco di prova per tutti coloro che vogliono puntare su modelli alternativi di produzione energetica.
Hamze Jammoul haillustrato i progressi del progetto nella prima fase del programma ENPI CBC MED riferendo che nel periodo 2007-2013 il Libano ha partecipato a 56 progetti. Jammoul ha poi guardato alla nuova programmazione, indicando, nei seguenti punti, la strategia dei prossimi anni 1) Rafforzare lo sviluppo socio ed economico, sostenere il settore privato, sostenere la ricerca scientifica e l’innovazione delle ricerche universitarie, combattere la povertà e sostenere l’integrazione sociale sostenendo i giovani e le donne bisognosi integrandoli nei progetti economici; 2) Affrontare le sfide comuni nell’ambito ambientale, affrontare i problemi dello spreco dell’acqua, sostenendo anche l’utilizzo dell’Eeergia rinnovabile e rafforzando i sistemi per salvaguardare le coste del Mediterraneo.