L’internazionalizzazione è un processo evolutivo naturale dell’impresa, che consente di cogliere nuove opportunità commerciali offerte dal mercato internazionale. Il tema è trattato in maniera accurata in un volume, curato da Raimondo Schiavone (Consigliere Delegato della Camera di Commercio Italo Araba) e dal giornalista Alessandro Aramu, dal titolo: “Internazionalizzazione delle imprese – l’Italia e la sfida dei mercati esteri” (Arkadia Editore, 15 euro) con la prefazione di Aldo Berlinguer, professore ordinario di diritto comparato all’Università di Cagliari.
Il volume, scritto a più mani da autorevoli personalità del mondo accademico, dell’impresa, del commercio internazionale, dell’economia e della finanza, rappresenta una sorta di bussola per tutte le aziende che vogliono intraprendere un percorso complesso e ricco di insidie, raccoglie i contributi di autorevoli professionisti nei campi dell’economia, della finanzia, dell’impresa, del diritto, della comunicazione e del commercio internazionale. Il saggio vuole essere un punto di riferimento per gli imprenditori e gli uomini d’affari che operano con l’estero e per le realtà economiche, produttive, associative e istituzionali del nostro Paese.
Sullo sfondo dello studio c’è l’esperienza della Camera di Commercio Italo- Araba che dal 1972 promuove la cooperazione economica e le relazioni commerciali dell'Italia con i 22 paesi della Lega degli stati arabi. Un’esperienza che ha consentito di accrescere i rapporti con le realtà produttive del Nord Africa, del Medio e Vicino Oriente, diffondendo la conoscenza dei sistemi e settori produttivi, favorendo il trasferimento di tecnologia e lo scambio di beni e servizi e promuovendo la costituzione di società miste. Il presente lavoro si avvale anche dall’attività svolta in questi anni dalla società Primaidea che, attraverso lo sportello per l’internazionalizzazione, negli ultimi anni ha fornito a numerose aziende italiane un supporto per affrontare la sfida dei mercati esteri, anche grazie alla creazione della Borsa Internazionale delle imprese italo-arabe.
Nella prima parte si esaminano i profili generali dell’internazionalizzazione, con un focus sugli strumenti europei, nazionali e regionali a disposizione degli imprenditori che guardano ai mercati esteri, sugli aspetti di natura contrattuale e sui temi legati alla comunicazione aziendale e ai rapporti con la stampa internazionale. La seconda parte guarda, invece, alle grandi opportunità offerte dai paesi arabi, con un focus sull’Algeria e l’Arabia Saudita, due importanti mercati di riferimento per le grandi e le piccole medie imprese italiane. Le analisi sul mercato dei prodotti e dei servizi halal (leciti per il consumo da parte di un credente musulmano), sulla finanza islamica e sugli investimenti dei Fondi Sovrani completano un volume che risponde ai quesiti offerti dalla sempre più elevata complessità dei mercati esteri e dei processi di internazionalizzazione, che implicano conoscenze che vanno ben oltre a quelle esprimibili dalla singola impresa e che necessitano di una profonda comprensione del contesto culturale, sociale ed economico del paese importatore, specie in aree geografiche caratterizzate da conflitti e da situazioni di instabilità politica.
Tra gli interventi si segnalano, tra gli altri, quelli di Silverio Ianniello, docente di economia dei mercati monetari e finanziari presso l’Università degli Studi di Trieste, già consulente dell’ONU, e di Simone Alvaro, Responsabile dell’Ufficio Studi della Consob.
La persona ricercata è un esperto/a in europrogettazione e cooperazione internazionale con conoscenza dei principali programmi europei e internazionali e delle tecniche di PCM e di europrogettazione. Si richiede l’ottima conoscenza della lingua inglese e francese e dimestichezza con i principali sistemi informatici.
Preferibile esperienza pregressa nel ruolo.
Inviare CV all’indirizzo info@primaidea.com
Primaidea srl è stata inserita nell'elenco delle imprese nelle quali è possibile effettuare un tirocinio formativo e di orientamento, per gli studenti della Facoltà di Scienze Politiche di Cagliari.
Per maggiori informazioni e per accedere alla procedura visitate la pagina ufficiale della Facoltà:
http://spol.unica.it/spol/index.php?cods=210
Roma, 23 giugno 2016 - ore 17.00 Associazione Stampa Estera - Via dell’Umiltà 83/c
La Camera di Commercio Italo – Araba organizza il Seminario "La Tunisia cinque anni dopo la rivoluzione dei gelsomini. Profili sociali, geopolitici ed economici di un paese in cerca di stabilità".
Programma del Seminario
Introduce
Raimondo Schiavone – Vice presidente e consigliere delegato della Camera di Commercio Italo Araba
Saluti di Antonio Gentile - Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico
Intervengono
Khalid Chaouki – Deputato - Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo
Lassaad el Asmi – Rettore dell’Università di Cartagine
Luigi Manfra – Responsabile progetti economici-ambientali UNIMED già docente di politica economica presso l’Università la Sapienza di Roma.
Roberto Aliboni - CdA Camera di Commercio Italo Araba – Consigliere scientifico Istituto Affari Internazionali
Lilia Zaouli - CdA Camera di Commercio Italo Araba
Modera
Alessandro Aramu - Giornalista
Link alla notizia:
Roma, 23 giugno 2016 - ore 17.00 Associazione Stampa Estera - Via dell’Umiltà 83/c
La Camera di Commercio Italo – Araba organizza il Seminario "La Tunisia cinque anni dopo la rivoluzione dei gelsomini. Profili sociali, geopolitici ed economici di un paese in cerca di stabilità".
Programma del Seminario
Introduce
Raimondo Schiavone – Vice presidente e consigliere delegato della Camera di Commercio Italo Araba
Saluti di Antonio Gentile - Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico
Intervengono
Khalid Chaouki – Deputato - Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo
Lassaad el Asmi – Rettore dell’Università di Cartagine
Luigi Manfra – Responsabile progetti economici-ambientali UNIMED già docente di politica economica presso l’Università la Sapienza di Roma.
Roberto Aliboni - CdA Camera di Commercio Italo Araba – Consigliere scientifico Istituto Affari Internazionali
Lilia Zaouli - CdA Camera di Commercio Italo Araba
Modera
Alessandro Aramu - Giornalista
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“Le prospettive della crisi libica e l’Italia: politica, economia, sicurezza”. E’ il titolo del seminario che si svolgerà martedì 3 maggio 2016, alle ore 17, presso l’Università degli Studi “Link Campus University” a Roma (aula 1a/1b - via Nomentana,335). In Libia il governo Serraj, appoggiato dalle Nazioni Unite e da una parte del paese, si sta legittimando sul terreno con non lievi difficoltà sebbene con maggiore fortuna di quanto si reputasse. La comunità internazionale e, in particolare, l’Italia sono interessate al successo del governo Serraj sia per la stabilità della Libia e della regione sia perché divenga possibile contrastare l’infiltrazione dell’ISIS nel paese.
Di questi sviluppi e del coinvolgimento italiano discuteranno: Vincenzo Scotti (Presidente della Università degli Studi “Link Campus University”), Carlo Jean (Presidente del Centro Studi di Geopolitica Economica, docente di scenari geopolitici alla Link Campus University), Giovanni Lippa (Phd Scuola di Alta Formazione Europea e Mediterranea “Jean Monnet”, Seconda Università di Napoli), Michela Mercuri (Università di Macerata, Dipartimento di Scienze Politiche); Roberto Aliboni (Camera di Commercio Italo-Araba, Consigliere d’amministrazione; IAI, Consigliere scientifico). L’evento è moderato da Raimondo Schiavone, Vice presidente vicario e consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Araba.
Il seminario è organizzato dalla Camera di Commercio Italo-Araba e la Università degli Studi “Link Campus University”.
Per info: http://www.cameraitaloaraba.org/appuntamenti/art/seminario-le-prospettive-della-crisi-libica-e-litalia-politica-economia-sicurezza-roma-3-maggio-2016-link-campus-university_632
Si è concluso il progetto GR.ENE.CO (Green Energy for Green Companies) finanziato dal programma ENPI CBC Med dell’Unione Europea per la cooperazione transfrontaliera nel bacino del Mediterraneo per il periodo 2007/2013. Due milioni di euro per promuovere e sviluppare progetti finalizzati alla diffusione e al rafforzamento delle energie rinnovabili, soprattutto in campo agricolo. Tre i paesi coinvolti: Italia, Egitto e Libano.
L’Italia, con la Sardegna, ha svolto un ruolo di primo piano grazie al Gal Sarcidano - Barbagia di Seulo che è stato il soggetto capofila del progetto transfrontaliero. La conferma del respiro internazionale e della voglia di contribuire a una svolta “verde” nel Mediterraneo, è rappresentata dagli altri partner: l’Università di Alessandria d’Egitto, l’Università Araba di Beirut, il Ministero dell’agricoltura libanese, la Camera di Commercio Italo-Araba, il Parco scientifico e tecnologico delle Marche (la Tecnomarche SCARL), l'Associazione italiana delle biomasse del Lazio (ITABIA), la Camera di Commercio di Nuoro, l’Ente Foreste della Sardegna e l’Istituto IPSAR di Tortolì.
Nell'arco di 24 mesi, i partner di GR.ENE.CO hanno lavorato insieme per creare una rete che coinvolgesse il bacino mediterraneo nell'utilizzo di strumenti ecologici finalizzati al conseguimento dell'autonomia energetica da fonti non rinnovabili, coinvolgendo il maggior numero di cittadini possibile e, in particolare, agricoltori e piccole e medie imprese operanti del settore primario.
I risultati sono stati illustrati nel corso di una conferenza internazionale a Beirut che ha avuto l’alto patrocinio del Governo libanese. L’incontro si è svolto all’ Hotel Riviera alla presenza di numerosi rappresentanti di associazioni e istituzioni, nazionali ed estere. Abo Alla Zein El Din (Preside della Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Alessandria d’Egitto) ha sottolineato l’importanza dei contenuti del progetto e di uno sviluppo sostenibile grazie all’utilizzo di fonti di energie che sono amiche dell’ambiente”. Il rappresentante dell’ateneo ha aggiunto che i contenuti del progetto sono di particolare interesse per il governo egiziano: “Le capacità formative degli specialisti sono tali da poter formare studenti e insegnati, che a loro volta potranno divulgare la conoscenza del settore dell’energia alternativa e sostenere i piccoli agricoltori con una maggiore cultura e conoscenze specifiche”.
Adel El Kordi (Università Araba di Beirut) ha evidenziato come il progetto Gr.ene.co miri a rafforzare la capacità d’utilizzo dell’energia pulita nel bacino del Mediterraneo attraverso la diffusione della cultura e la conoscenza delle fonti rinnovabili. El Kordi ha parlato del ruolo svolto dall’Università Araba di Beirut e della realizzazione, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, dell’elaborazione di studi sull’energia rinnovabile nel settore agricolo in Libano, della ricerca e analisi della disponibilità dei luoghi in conformità delle esigenze locali di tale energia, stesura di piani di sviluppo e la loro realizzazione. L’Università si è concentrata anche sui corsi di formazione, workshop e seminari di studi. Particolarmente significative sono state la formazione di 20 giovani “green energy promoter” e una campagna di informazione rivolta a 900 studenti di 20 scuole.
Nel suo intervento, il project manager Raimondo Schiavone ha annunciato che il progetto “non è ancora concluso ma rappresenta un inizio di continuità nel dialogo tra i Paesi che confinano con il Mediterraneo anche se con strumenti diversi”. I risultati raggiunti, secondo Schiavone, sono una base di partenza per il fattivo utilizzo dell’energia verde nell’agricoltura e nelle campagne dove si è lavorato per migliorare l’efficienza e la conoscenza dell’utilizzo delle fonti rinnovabili.
“La Sardegna si candida ad avere un ruolo di primo piano anche nel nuovo programma ENI CBC MED. Dobbiamo pensare a divulgare con più incisività un’appropriata cultura e conoscenza delle energie pulite, sia con la partecipazione di Enti pubblici e privati ed il sostegno finanziario delle Banche. Il piccolo impianto fotovoltaico realizzato in Sardegna – a impatto ambientale nullo - dimostra che abbiamo intrapreso la strada giusta e che il tema della sostenibilità delle produzioni agricoli possa essere affrontato anche in chiave Mediterranea, dove la Sardegna ricopre, anche grazie a questo progetto, un ruolo di primo piano”.
Il progetto ha centrato i suoi obiettivi, creando un network al quale hanno partecipato circa 70 organizzazioni di 4 Paesi (Giordania, Libano, Egitto e la Gran Bretagna) con il supporto di vari enti pubblici e privati, oltre alle banche.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili ha effetti positivi anche in termini di occupazione, soprattutto quella giovanile, dato che si tratta di un settore ad alto tasso di innovazione. In Sardegna questo modello è in grado di contrastare l’abbandono delle zone rurali e salvaguardare il territorio stesso. “Nonostante ciò – ha sottolineato Schiavone - in Italia sono stati tagliati i finanziamenti per la ricerca nel campo, facendo crollare drasticamente anche il numero di occupati nel settore. L’utilizzo e lo sviluppo delle energie rinnovabili devono invece essere promosse e incoraggiate. Ecco perché questo progetto è un esempio da seguire”.
Il Consigliere Abbi Ghanem, rappresentante del ministero dell’agricoltura libanese, ha dichiarato la disponibilità del suo governo a continuare una collaborazione con la Sardegna per la promozione delle energie verdi e ha giudicato la collaborazione con i partner del progetto Gr.ene.co ottimale: “Dobbiamo allargare la sfera di cooperazione basata sull’introduzione dell’energia rinnovabile nei progetti agricoli in Libano sia per l’utilità economica che essa rappresenta sia per lo sviluppo ambientale sostenibile e il giusto investimento delle risorse. Attraverso questo progetto siamo riusciti a realizzare 10 impianti fotovoltaici in un Paese dove ci sono 300 giorni di sole all’anno. Il Mediterraneo è il teatro naturale per sperimentare le nuove energie e abbandonare progressivamente i combustibili fossili e inquinanti. Insieme all’Egitto e all’Italia abbiamo indicato quale percorso dobbiamo seguire”.
L’esponente del ministero dell’agricoltura ha sottolineato anche la vicinanza tra Sardegna e Libano, anche per le tradizioni nei sistemi di coltura e allevamento: “Si può ritornare, in chiave moderna, a utilizzare i sistemi usati dai nostri nonni, come ad esempio nell’irrigazione. La tecnologia ci può dare una mano e l’utilizzo delle fonti pulite rappresentate da vento, sole e acqua sono già il presente”. Concludendo, Abbi Ghanem ha rivolto un appello agli agricoltori di Italia, Libano ed Egitto per una maggiore collaborazione affinché “possano approfittare dal sostegno pubblico e privato, dei crediti agevolati emessi dalle banche, del sostegno accademico e universitario e dai centri di ricerca e dalle tecnologie moderne”.
Marcello Mori, rappresentante dell’Unione Europea in Libano, ha sottolineato l’importanza di utilizzare in ambito mediterraneo le risorse naturali, incentivando le capacità locali per lo sviluppo agricolo, economico e sociale e la divulgazione della conoscenza e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili in campo agricolo. Mori ha sottolineato l’esistenza di numerosi progetti e finanziamenti in campo europeo che hanno lo scopo di promuovere una cultura più verde. La nuova programmazione sarà un banco di prova per tutti coloro che vogliono puntare su modelli alternativi di produzione energetica.
Hamze Jammoul haillustrato i progressi del progetto nella prima fase del programma ENPI CBC MED riferendo che nel periodo 2007-2013 il Libano ha partecipato a 56 progetti. Jammoul ha poi guardato alla nuova programmazione, indicando, nei seguenti punti, la strategia dei prossimi anni 1) Rafforzare lo sviluppo socio ed economico, sostenere il settore privato, sostenere la ricerca scientifica e l’innovazione delle ricerche universitarie, combattere la povertà e sostenere l’integrazione sociale sostenendo i giovani e le donne bisognosi integrandoli nei progetti economici; 2) Affrontare le sfide comuni nell’ambito ambientale, affrontare i problemi dello spreco dell’acqua, sostenendo anche l’utilizzo dell’Eeergia rinnovabile e rafforzando i sistemi per salvaguardare le coste del Mediterraneo.
(Unione Sarda - 20 aprile 2016) - Libano, Egitto e Italia (con la Sardegna in prima linea) insieme per la svolta green in agricoltura, attraverso lo scambio di conoscenze la condivisione di tecnologie per soppiantare le fonti non rinnovabili.Sono i risultati del progetto Gr.Ene.Co. (Green Energy for Green Companies), finanziato dall'Enpi (European Neighbourhood and Partnership Instrument), nell'ambito del “Mediterranean Sea Basin Joint Operational Programme”, presentati nei giorni scorsi a Beirut.
Il progetto mette in campo due milioni di euro e coinvolge aree di riferimento ad alta vocazione agricola come la Barbagia di Seulo e la provincia di Nuoro in Sardegna, i governatorati di Al Iskandariyah e Al Buhayrah in Egitto e le zone di El Shouf, Monte Libano e Libano del sud.
Fondamentale nel progetto è stato il ruolo dell'isola, con il Gal Sarcidano-Barbagia di Seulo come capofila, presa come modello di riferimento per le buone pratiche sulle energie rinnovabili.
«Dobbiamo pensare a divulgare con più incisività un'appropriata cultura e conoscenza delle energie pulite, sia con la partecipazione di enti pubblici e privati, che con il sostegno finanziario delle banche», ha sottolineato il project manager Raimondo Schiavone. «Il piccolo impianto fotovoltaico realizzato in Sardegna, a impatto ambientale nullo, dimostra che abbiamo intrapreso la strada giusta e che il tema della sostenibilità delle produzioni agricole possa essere affrontato anche in chiave Mediterranea, dove la Sardegna ricopre, anche grazie a questo progetto, un ruolo di primo piano». «Attraverso questo progetto siamo riusciti a realizzare 10 impianti fotovoltaici in un Paese dove ci sono 300 giorni di sole all'anno», ha reso noto Abbi Ghanem, rappresentante del ministero dell'agricoltura libanese durante l'evento di chiusura del progetto a Beirut. «Il Mediterraneo è il teatro naturale per sperimentare le nuove energie e abbandonare progressivamente i combustibili fossili e inquinanti».
Marzia Pig
a
I principali risultati del progetto GR.ENE.CO sono stati illustrati aBeirut, nel corso di una conferenza conclusiva alla quale hanno partecipato, tra gli altri, Nabil Abi Ghanem, in rappresentanza del ministro dell’agricoltura libanese, Marcello Mori, capo della Sezione Sviluppo sostenibile della Delegazione UE in Libano, Raimondo Schiavone, Project Manager del progetto, Hamze Jammoul, esperto del programma JMA ENPI CBC Med, Salam Yamout, direttore dell'ufficio progetti amministrativi del governo libanese, Magida Mcheik, rappresentante del ministero dell’agricoltura libanese, Laura Casta, Communication Manager. Nel corso degli ultimi 2 anni, GR.ENE.CO ha dimostrato di essere un valido strumento di diffusione in materia di energie rinnovabili, con particolare riferimento agli imprenditori agricoli locali che hanno assimilato conoscenze e nozioni tali da assumere un comportamento sostenibile sia nei sistemi di produzione che nel loro stile di vita. Il progetto, del valore di circa 2 milioni di euro, è stato finanziato dal Programma ENPI CBC MED con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della green economy in tre paesi del Mediterraneo: Italia, Libano ed Egitto. Il progetto ha coinvolto aree di riferimento ad alta vocazione agricola come la Barbagia di Seulo e la provincia di Nuoro in Sardegna, i governatorati di Al Iskandariyah e Al Buhayrah in Egitto e le zone di El Shouf, Monte Libano e Libano del sud.
La Sardegna ha avuto un ruolo di primo piano: il GAL (Gruppo di Azione Locale) Sarcidano - Barbagia di Seulo è stato il soggetto capofila. Gli altri partner erano l'Università di Alessandria d'Egitto, l'Università Araba di Beirut, il Ministero dell'Agricoltura libanese, la Camera di Commercio Italo - Araba, la Camera di Commercio di Nuoro, ITABIA – Associazione Italiana biomasse, IPSAR Tortolì - Istituto Professionale per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, e l’Ente Foreste della Sardegna. Nel corso dell’evento in Libano saranno esposte le principali attività svolte nelle regioni partner del progetto, per quanto riguarda il risparmio energetico, e l'innovazione tecnologica a favore delle rinnovabili. La discussione fornirà spunti di riflessione per sviluppare ulteriormente l'approccio transfrontaliero sui temi dell’ambiente nell'area Euro-Med. Alla conferenza di Beirut hanno partecipato anche Franco Murgia (IPSAR Tortolì), Agostino Cicalò (Camera di Commercio di Nuoro), Antonio Casula (Ente Foreste della Sardegna) e Stefania Melis (Gal Sarcidano – Barbagia di Seulo).
Cagliari, lì 12 aprile 2016 - I principali risultati del progetto GR.ENE.CO saranno illustrati giovedì 14 aprile, presso l’Hotel Riviera di Beirut, nel corso di una conferenza conclusiva che vedrà la partecipazione di relatori del mondo politico e della società civile. Il progetto, del valore di circa 2 milioni di euro, è stato finanziato dal Programma ENPI CBC MED con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della green economy in tre paesi del Mediterraneo: Italia, Libano ed Egitto. Il progetto ha coinvolto aree di riferimento ad alta vocazione agricola come la Barbagia di Seulo e la provincia di Nuoro in Sardegna, i governatorati di Al Iskandariyah e Al Buhayrah in Egitto e le zone di El Shouf, Monte Libano e Libano del sud. La Sardegna ha avuto un ruolo di primo piano: il GAL (Gruppo di Azione Locale) Sarcidano - Barbagia di Seulo è stato il soggetto capofila. Gli altri partner erano l'Università di Alessandria d'Egitto, l'Università Araba di Beirut, il Ministero dell'Agricoltura libanese, la Camera di Commercio Italo - Araba, la Camera di Commercio di Nuoro, ITABIA – Associazione Italiana biomasse, IPSAR Tortolì - Istituto Professionale per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, e l’Ente Foreste della Sardegna. Nel corso dell’evento in Libano saranno esposte le principali attività svolte nelle regioni partner del progetto, per quanto riguarda il risparmio energetico, e l'innovazione tecnologica a favore delle rinnovabili. La discussione fornirà spunti di riflessione per sviluppare ulteriormente l'approccio transfrontaliero sui temi dell’ambiente nell'area Euro-Med.
Alla conferenza di Beirut interverranno, tra gli altri, il Ministro libanese dell’agricoltura, Akram Chehayeb, Marcello Mori, capo della Sezione Sviluppo sostenibile della Delegazione UE in Libano, il Project Manager Raimondo Schiavone, Hamze Jammoul, esperto del programma JMA ENPI CBC Med, e Salam Yamout, direttore dell'ufficio progetti amministrativi del governo libanese.
Il giorno dopo, venerdì 15 aprile, il Ministro dell'Agricoltura libanese, Akram Chehayeb, inaugurerà il sito pilota a Mresti (Monte Libano - Chouf), uno dei sette impianti realizzati in Libano nell'ambito del progetto GR.ENE.CO.
Nel corso degli ultimi 2 anni, GR.ENE.CO ha dimostrato di essere un valido strumento di diffusione in materia di energie rinnovabili, con particolare riferimento agli imprenditori agricoli locali che hanno assimilato conoscenze e nozioni tali da assumere un comportamento sostenibile sia nei sistemi di produzione che nel loro stile di vita. GR.ENE.CO ha, infatti, sviluppato capacità imprenditoriali nel campo dell'innovazione tecnologica e del risparmio energetico, aumentando la conoscenza delle fonti rinnovabili e il loro utilizzo nel settore agricolo.